San Rodrigo di Cordova
Era un prete di Cordova, nell’Andalusia, regione che aveva fatto parte del regno dei Visigoti di Spagna. E si trovava in una situazione non rara in quel territorio, allora sotto il dominio arabo: uno dei suoi fratelli era rimasto cristiano e l’altro invece si era fatto musulmano. E lui, Rodrigo, morirà per mano araba, sicché viene raffigurato in genere (anche in un famoso quadro seicentesco del Murillo) con i paramenti di sacerdote e con la palma dei martiri.
Dunque: un cristiano, un prete, ucciso da musulmani. Ma non si tratta in questo caso di persecuzione; all’epoca la regione vede convivere abbastanza pacificamente musulmani, cristiani ed ebrei. Rodrigo è vittima di risse familiari, fraterne. Questo suo fratello musulmano continua a rimproverare all’altro fratello (il terzo) la sua “ostinazione” a rimanere cristiano. Rodrigo tenta di mettere pace tra i due, ma senza riuscirvi: c’è tra loro un’avversione insanabile; vedersi e litigare è tutt’uno.
Un giorno, appunto, Rodrigo li vede picchiarsi selvaggiamente e si lancia a dividerli, e allora i due si mettono a picchiare lui, che sotto i loro colpi crolla privo di sensi. A quel punto il fratello musulmano lo porta via su un carretto – sembra morto – e alla gente stupefatta dà una spiegazione bugiarda: dice che Rodrigo è gravemente malato e che, sentendo vicina la morte, si è fatto anche lui musulmano. La voce si diffonde, ma Rodrigo (nascosto nei dintorni) non ne sa nulla. Guarito, torna in Cordova sempre vestito da prete, e il suo fratello-accusatore lo trascina dal giudice musulmano: "Questo si era fatto seguace dell’Islam, e ora è tornato cristiano: ha tradito la nostra fede". Per un’accusa simile c’è la morte, mentre non si perseguita chi è e resta cristiano. Il giudice cerca di aiutare Rodrigo a salvarsi, suggerendogli perfino una dichiarazione di fedeltà all’Islam, che lo renderebbe subito libero, senza chiedergli precisi impegni sulla pratica della fede coranica. Ma Rodrigo non accetta: cristiano è, e cristiano rimane. A quel punto viene condannato a morte da un giudice riluttante, per l’insistenza di quel fratello.
Fratricidio, ben più che persecuzione. Rodrigo viene poi messo a morte con un altro cristiano di nome Salomone, condannato per lo stesso motivo. Gettati nel fiume Guadalquivir, i corpi verranno recuperati dai cristiani, che seppelliranno Rodrigo nella basilica di San Genesio, presso Cordova, e Salomone in quella vicina dei Santi Cosma e Damiano. Per entrambi la santità è proclamata subito, dal basso, attraverso il culto popolare spontaneo. La festa si celebra sin dal 1581, il 13 marzo.