Eucarestia con Papa Francesco a Casa Santa Marta
Il Papa invita la nostra parrocchia alla celebrazione eucaristica
Il 15 dicembre abbiamo ricevuto un invito speciale! La partecipazione alla Messa in casa Santa Marta presieduta da Papa Francesco! Che gioia! Sia per la rappresentanza che ha partecipato sia per tutti coloro che hanno affidato le loro preghiere! La nostra Parrocchia ha ricevuto questo dono inaspettato, come anche fu quello della visita al Presepe vivente del 2014 e la forte partecipazione di Sua Santità per aiutare le famiglie colpite dall’alluvione nello stesso anno… ma così piace a Dio: stupirci con doni e grazie che magari non capiamo subito, forse non capiremo mai, e di cui non ci rendiamo mai pienamente conto semplicemente per ricordarci che ci vuole bene. Il 17 dicembre, a distanza di due giorni, è ricorso l’ottantesimo compleanno del Pontefice per questo abbiamo portato qualche dono: alcuni oggetti personali e ceste di cibo che il Papa ha condiviso con i poveri nel periodo Natalizio.
Di seguito trovate qualche frase dell’omelia che sembrava fatta proprio per noi in quel giorno preciso! Nella messa celebrata a Santa Marta giovedì 15 dicembre, Papa Francesco si è soffermato a meditare sulla figura del cugino di Gesù, «il grande Giovanni», che è grande perché «è il più piccolo nel regno dei cieli». E un pensiero speciale il Pontefice ha rivolto proprio ai piccoli a conclusione dell’omelia, quando, riferendosi al pianto di un bambino presente nella cappella con i suoi genitori, ha ricordato che «quando un bambino piange a messa, non dobbiamo cacciarlo via», perché «è la migliore predica», è «la tenerezza di Dio che ci visita». E al termine della messa, a tale proposito, ha aggiunto che proprio un pianto è stata la prima predica di Gesù bambino.
Un’attenzione ai piccoli, agli umili e alla gente semplice, che Papa Francesco ha sottolineato anche nel tracciare il profilo del Battista e, in particolare, la sua attenzione, «da pastore», alle persone che aveva di fronte.
Giovanni dunque «era concreto, ma misurato» e, per battezzare «tutti questi peccatori», chiedeva solo un «minimo passo avanti, perché sapeva che con questo passo poi il Signore faceva il resto». E loro «si convertivano».
Perciò il Pontefice ha invitato tutti a chiedere «a Giovanni la grazia del coraggio apostolico di dire sempre le cose con verità»; quella «dell’amore pastorale», cioè «di ricevere la gente col poco che si può dare, il primo passo»; e «anche la grazia di dubitare». Perché può accadere che «alla fine della vita», ci si possa chiedere: «Ma è vero tutto quello che io ho creduto o sono fantasie?»: è «la tentazione contro la fede, contro il Signore». Allora è importante che «il grande Giovanni, che è il più piccolo nel regno dei cieli, per questo è grande, ci aiuti su questa strada sulle tracce del Signore».